Vienna, 2010

Vienna

Ove si parla di micologia e, finalmente, si svela il responsabile del Famoso Massacro di Vienna del 2010.

Da bambino sviluppai una spiccata passione per la caccia ai funghi. Vinsi perfino un premio a una mostra micologica in Val Vigezzo per aver catturato e consegnato alle autorità locali un esemplare strano, che si rivelò poi essere rarissimo. Poi arrivò la pubertà, le mie priorità cambiarono e all’improvviso passavo i pomeriggi nei boschi a guardare per aria, scalciando distrattamente i cespugli e lamentandomi della presunta assenza di funghi, con gran dispiacere di mia madre che già mi immaginava sollevare enormi trofei fungiformi in oro zecchino davanti a folle plaudenti.

Da grande, mi diverto a riguardare il mio archivio di foto personali, cercando qualcosa da migliorare in foto ben riuscite o qualcosa da salvare in altre date per quasi spacciate, che solo un benevolo dio che abita lo spazio fra la mia mano destra e il tasto ‘canc’ ha salvato dall’oblio eterno.
Trovo che sia un esercizio utile per capire i propri errori, scoprirne di nuovi e focalizzarsi su come evitare di commetterli ancora.
Sorrido davanti all’ingenuità dei primi scatti, ritorno con la mente ai luoghi che ho visitato, fantastico su nuovi viaggi… poi arrivo alla cartella di Vienna.

[Effetto sonoro: tuoni, cavalli che nitriscono]

Ci sono stato quattro anni fa: a parte la birra, Hundertwasser e una fantastica crema di patate, non mi è piaciuta.
Riguardare le foto di Vienna non è un esercizio utile ai fini di cui sopra: non me ne piace quasi nessuna. Ne ho cancellate già molte, ormai sparite per sempre: solo settantadue sono state risparmiate dalla pressione del fatidico tasto ‘canc’, allora guardo ancora. Cerco una morale in uno stillicidio di palle di natale, bancarelle di natale che vendono palle di natale, gente che guarda bancarelle di natale che vendono palle di natale, e alla fine salvo sempre le stesse tre o quattro (una la trovate da qualche parte).
Al che, mi chino verso la tastiera e grido: quale messaggio vuoi mandarmi, o benevolo dio protettore del tasto ‘canc’? In tutta Vienna non c’è più nulla da salvare! Nulla!
E quando la tentazione di liberare spazio su disco si fa irresistibile, il benevolo dio finalmente mi parla e capisco: la colpa è mia. Dovevo trovare una chiave di lettura personale che semplicemente non avevo voglia di cercare, invece ho incolpato la mancanza di stimoli da parte dell’ambiente esterno, il clima, la luce. Solo dopo ho imparato che una buona foto si può fare quasi ovunque, se ci si guarda intorno nel modo giusto. Che la cartella di Vienna rimanga come mausoleo a imperitura memoria, è deciso.
Comunque sia, quando navigo fra le 72 superstiti del Massacro di Vienna, questo panorama nebbioso sul Danubio è una delle tre o quattro foto su cui mi soffermo sempre qualche secondo in più, e…

…avrei voglia di tornare a funghi.

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